Gp Cottini

Questo sito intende presentare la personalità e le opere del filosofo Giampaolo Cottini, a partire da una selezione ragionata di articoli curati per il quotidiano “La Prealpina“.

Un Papa nella Storia

Fuori del Coro | n. 36-2008

La sera del 16 ottobre del 1978 veniva eletto Papa Giovanni Paolo II e da lì prendeva inizio una nuova fase della storia della Chiesa e del mondo. Sconosciuto ai più, in realtà il Card. Wojtyla era un uomo che aveva attivamente partecipato al Concilio Vaticano II e che si poneva in piena continuità con il pontificato di Giovanni XXIII (eletto giusto vent’anni prima il 28 ottobre 1958), di Paolo VI che lo aveva creato Cardinale e lo vedeva come futuro primate di Polonia per la sua capacità di interloquire con paziente fermezza coi governi dei regimi comunisti dell’Est, di Giovanni Paolo I di cui continuò l’intuizione assolutamente originale del duplice nome che coniugava la sapienza giovannea con la missionarietà paolina.

Ora, a distanza di trent’anni, Karol Wojtyla è entrato a pieno titolo tra i grandi della Storia (qualcuno lo ha addirittura da subito ribattezzato Giovanni Paolo Magno o Karol il Grande!), anche se più banalmente è da considerare Papa da Guinness dei primati per la lunghezza del pontificato; per il numero dei viaggi e i chilometri percorsi in tutto il mondo sin nei luoghi più remoti (e a Varese spetta l’orgoglio di avergli fatto percorrere al Sacro Monte il più lungo tragitto a piedi!); per la quantità impressionante di encicliche, lettere, omelie, documenti, messaggi del pontificato; per l’infaticabile impegno con cui ha dialogato con governanti ed organismi internazionali a difesa della pace e della giustizia; per l’acutezza intellettuale con cui ha ridato dignità alla fede in rapporto alla ragione e alla cultura laica; e, non da ultimo, per la rilettura della storia del ‘900 alla luce dei Santi e dei Martiri che gli ha permesso un giudizio lucido sul XX secolo per traghettare l’umanità nel Nuovo Millennio. E l’elenco potrebbe continuare a lungo!

Ma se si volesse trovare un punto sintetico della sua personalità e della specificità del suo magistero, bisogna ritornare alle prime parole del pontificato, a quel “non abbiate paura, aprite le porte a Cristo” gridato in Piazza San Pietro per dire a tutti che Cristo è il “centro del cosmo e della storia”, cui tutto deve essere riferito per poter affrontare la Storia senza complessi di inferiorità. E come conseguenza di questa certezza, la parola che più ha segnato Papa Wojtyla è stata “misericordia”, cioè quella tenerezza di Dio da lui sentita come la compagnia di tutta la vita e la certezza indistruttibile anche nell’ultimo sofferto periodo segnato dalla malattia. Aveva imparato il culto della misericordia da una suora polacca, Faustina Kowalska, da lui canonizzata, dal cui insegnamento gli venne l’ispirazione di istituire la festa della Divina misericordia la domenica dopo Pasqua; ed un misterioso destino ha voluto che morisse proprio la vigilia di tale Festa che ricorda la Misericordia, atteggiamento di cui nessun uomo è capace e che appartiene solo a Dio costituendo l’unica possibilità per l’uomo di sentirsi accolto non da estraneo.

Forse proprio questa tenerezza da lui mostrata verso tutti ha suscitato la vox populi del “santo subito”, risuonata dinanzi al Card. Ratzinger il giorno del funerale, mentre un vento impetuoso (quasi simbolico dello Spirito Santo) sfogliava le pagine del Vangelo aperto sulla semplice bara del Papa, ricordando a tutti la misteriosa signoria di Dio sulla Storia e l’inizio di un nuovo pontificato.

Ricordare con gratitudine l’avventura umana e cristiana di Giovanni Paolo II significa oggi sorprenderne la continuità nell’opera di Benedetto XVI che sembra quasi averne misteriosamente ricevuto il testimone sin dal giorno stesso in cui ne ha celebrato le esequie, lui l’amico fedele di Wojtyla e il fedele continuatore del mandato petrino di proclamare la Verità.