Gp Cottini

Questo sito intende presentare la personalità e le opere del filosofo Giampaolo Cottini, a partire da una selezione ragionata di articoli curati per il quotidiano “La Prealpina“.

Seguire la stella, ovvero l’elogio della ragione

Fuori del Coro | n. 02-1995

Le feste sono ormai un ricordo lontano: conclusa la liturgia pagana della ricerca della fortuna alla Lotteria nella notte della Befana, siamo tutti rientrati nella ferialità dei giorni comuni. Il fascino dell’inizio d’anno di cui parlavo la volta scorsa ha già lasciato il passo alla preoccupazione di un presente dominato da scenari incerti sia a livello internazionale che per quanto concerne la situazione italiana. Passata l’euforia della festa, sembra rimanere solo la monotonia della vita di tutti i giorni, che con la sua routine ricaccia in una sorta di rassegnazione: la banalità del quotidiano fa perdere le ragioni grandi del vivere e fa dimenticare il senso di una direzione da seguire. Eppure c’è un simbolo delle passate festività che può rimanere suggestivamente dentro la fantasia, aiutando a non perdere la memoria di sé: quello della stella cometa che accompagnò i Magi sino alla grotta di Betlemme.

Non voglio entrare in una discussione esegetica sul significato teologico dell’Epifania, né soffermarmi sulla storicità dell’evento, e neppure indagare sulla verità astronomica dell’apparizione di questa stella. Voglio semplicemente partire dal simbolo della stella cometa per riscoprire alcuni tratti di quell’atteggiamento razionale che ogni uomo dovrebbe avere davanti alla realtà delle cose.

Il fatto evangelico è a tutti noto: dei Magi (ossia dei sapienti, dei saggi più che dei potenti in campo politico, come siamo abituati a pensarli quanto li immaginiamo come dei Re) vedono sorgere una stella sconosciuta e la seguono, convinti che essa sia un segno che conferma talune profezie sulla nascita del salvatore, ossia sull’inizio di un mondo nuovo. Ma per quale motivo diventano per noi emblematici di un atteggiamento umano razionale?

In primo luogo per la sana “curiosità” che li muove, sostenuta da un’attesa che si fa capacità di scrutare il cielo (cioè la realtà) senza pregiudizi, senza pensare di conoscere già tutto. La prima forma di razionalità che l’uomo può esercitare è infatti questa inesauribile apertura alla realtà, questa attenzione a ciò che è, questa meraviglia per ogni cosa che entra nell’orizzonte della vita e della conoscenza. Già il grande Aristotele affermava che “la meraviglia è l’origine del conoscere”, ad indicare l’atteggiamento conoscitivo adeguato che l’uomo deve avere verso le cose. Una stella che compare nel cielo è interessante solo per chi accetta un modello di razionalità come apertura incondizionata, non certo per chi considera la ragione come uno schema apriori o un modello già noto da imporre alla realtà. La seconda notazione rilevante nell’atteggiamento dei Magi è che questo segno improvviso diventa “direzione” di cammino, qualcosa che mobilita e che spinge fuori del guscio, fuori delle certezze acquisite. L’eccezionale, anche se ancora non ben catalogato in schemi tecnico-scientifico-operativi, muove la libertà a seguirne la traiettoria. La stella è un segno come tanti altri, ma ha in sé una eccezionalità perché corrisponde ad un’attesa di salvezza, tanto da spingere ad un viaggio in cui i Magi investono tempo ed averi.

E per noi oggi? Quello che pare mancare è proprio un segnale chiaro e convincente che indichi una ragionevole prospettiva su cui investire la vita. La Babele dei messaggi e dei segni ci fa perdere l’evidenza della direzione, lasciandoci nella rassegnazione del sostanziale non-senso (che qualche settimana fa chiamavo con il termine tecnico di nichilismo). Bisogna ripartire invece dalla forza della ragione, non come pretesa di affermazione del proprio personale punto di vista, ma come ricerca della verità. Tutto è segno, ogni cosa rimanda oltre a sé; però occorre avere il desiderio di vedere, bisogna avere il coraggio di andare oltre le apparenze e di porre le domande giuste agli avvenimenti che incontriamo. E come i Magi hanno seguito la stella, ciascuno ha bisogno di seguire dei “maestri” che rispondano in modo convincente al desiderio di verità che sta nel profondo del cuore di ognuno.

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