Gp Cottini

Questo sito intende presentare la personalità e le opere del filosofo Giampaolo Cottini, a partire da una selezione ragionata di articoli curati per il quotidiano “La Prealpina“.

In compagnia dei Santi

Fuori del Coro | n. 41-2002

Puntuale come ogni anno torna la festività di Tutti i Santi, schiacciata tra i riti neo-pagani di Hallowen e la commemorazione dei defunti, e perciò con il rischio di perdere lo specifico per cui la Chiesa l’ha inserita nel calendario liturgico. Sarebbe riduttivo pensarla solo come il giorno degli uomini di Chiesa da proporre a modello per i credenti, ma neppure solo come la memoria della morte di chi ci precede in quel Paradiso cui tutti speriamo di giungere. Mi piace pensarla, invece, come la festa della buona compagnia con uomini che hanno realizzato la loro felicità, e che per questo sono il segno di un modo di vivere e di morire degno di essere imitato. In questo senso il 1° novembre è l’onomastico di tutti, e non solo perché ognuno reca il nome di un santo che gli è patrono ed amico, ma perchè è la giornata del ricordo di qualcuno divenuto caro.

Di santi ce ne sono tanti (in Paradiso e non), per tutti gusti, con i temperamenti più svariati ed originali: dai Santi burloni alla Filippo Neri a quelli mistici tipo Giovanni della Croce, da quelli della povertà alla Francesco di Assisi a quelli della purezza alla S.Luigi Gonzaga, dai martiri come Padre Kolbe agli eroi del quotidiano come S. Teresina, dai teologi come S. Tommaso agli educatori come S. Giovanni Bosco; ma non vorrei far torto né ad altri grandi santi della storia cristiana né tanto meno alla fantasiosa creatività dello Spirito Santo, che suscita testimoni della santità adeguati alle esigenze dell’uomo di ogni tempo. Infatti, ciò che più stupisce è che nell’elenco dei Santi si trovano personalità di ogni genere, che la Chiesa propone ai fedeli perché ciascuno possa scegliere quella che più si avvicina alla propria condizione umana, al proprio bisogno, alla propria sensibilità, esattamente come avviene quando si riconoscono in un certo amico quegli elementi di affinità che ce lo rendono tale.

Nulla è, infatti, più consolante nell’esistenza che avere degli amici veri cui confidare le proprie incertezze, comunicare le proprie emozioni, affidare la propria richiesta di aiuto; ed i Santi sono questi amici dei quali portiamo il nome di battesimo, di cui avvertiamo il fascino di virtù eroiche o semplicemente di un carattere affine al nostro, ai quali possiamo rivolgerci con la semplicità dell’amicizia. Andando per un istante al di là delle aureole con cui la pietà popolare ha voluto illustrare la luminosità della vita di questi cristiani “riusciti”, santo è un uomo che ha sperimentato la presenza efficace della grazia di Dio nella concretezza della circostanze, semplicemente aderendo a questa chiamata senza trattenere per sé qualcosa dei doni ricevuti. Pensiamo, per stare a tempi recenti, a Padre Pio da Pietralcina che ha obbedito in tutto sino al sacrificio delle stigmate, o a Josè Maria Escrivà de Balaguer apostolo della santità quotidiana di laici impegnati nelle cose della terra dentro la normalità del lavoro e della famiglia. Due sfaccettature della stessa umanità, cambiata dal desiderio della verità e dalla carità appassionata verso il prossimo: ciascuno ha risposto in base al proprio temperamento (teologicamente si direbbe il carisma), ma ambedue si sono lasciati condurre dal compito che Dio aveva loro affidato, in quel tempo e in quello spazio, dimostrando che il santo non è colui che inventa un Cristianesimo eccentrico secondo un proprio schema, ma semplicemente colui che (dentro la Tradizione della Chiesa) obbedisce alla verità nella sua interezza, amando gli uomini del proprio tempo secondo una speranza riposta solo in Dio. Per questo il volto di un santo diventa familiare ed amico, così da divenire anche sostegno cui rivolgersi nelle difficoltà della vita: perchè è uno di noi con cui stare in buona compagnia