Gp Cottini

Questo sito intende presentare la personalità e le opere del filosofo Giampaolo Cottini, a partire da una selezione ragionata di articoli curati per il quotidiano “La Prealpina“.

Il Papa della misericordia

Fuori del Coro | n. 12-2008

A tre anni dalla morte non accenna ad attenuarsi la devozione popolare verso Giovanni Paolo II, che lo riconosce non solo come il Papa dei record (di lunghezza del pontificato, dell’ampiezza degli scritti e dell’insegnamento, di viaggi compiuti e persone incontrate, di opere intraprese e di svolte impresse nella vita della Chiesa), ma che lo ricorda come amico straordinario. Bisogna però osservare che non c’è, al di là della differenza di temperamento e di personalità, alcuna distanza tra Papa Wojtyla e Benedetto XVI, i cui insegnamenti sono in una straordinaria continuità, tanto che se vogliamo trovare il nocciolo della “rivoluzione” wojtyliana dobbiamo cercarlo nello stesso cuore dell’animo ratzingeriano, segnato dalla passione alla Verità intesa come Logos identico all’Agape, ossia come intelligenza permeata dall’amore.

Non è un caso che Giovanni Paolo II sia morto alla vigilia della festa della Divina Misericordia istituita per ricordare (sull’esempio di santa Faustina Kowalska) che il cuore del cristianesimo non è una dottrina, una morale, un’ideologia, un’idea del mondo da contrapporre ad altre e neppure una religione tra le tante, bensì è un avvenimento che segna la vita degli uomini cambiandone la direzione; perciò Misericordia è il nome del Dio cristiano, misericordia e non legge o prescrizione, carità vera e non sforzo moralistico di voler cambiare tutto in un istante.

Il titolo di una delle più belle encicliche di Giovanni Paolo II è “Dives in misericordia” che Benedetto XVI ha ripreso con l’enciclica “Deus caritas est”, ad indicare che la fede non è altro che il riconoscimento della presenza amorosa di Dio nella storia da cui scaturiscono tutte le opere dei cristiani. Misericordia significa perciò un movimento dell’amore che va a cercare ogni uomo, trovando il suo modello nella famiglia (tanto amata da Papa Wojtyla) come luogo della gratuità e dell’accoglienza di ognuno.

Ma l’amore di Giovanni Paolo II è giunto proprio a tutti, soprattutto ai giovani, come fascino di una compagnia discreta ed affettuosa sino alle ultime ore di vita del grande Papa che sentiva i “suoi” giovani in piazza S. Pietro avvolti in un abbraccio universale. Ed è stata la misericordia a muovere quel vecchio uomo malandato e tremebondo a varcare ogni frontiera, viaggiando in tutti i continenti in modo instancabile, chiedendo a chiunque di “varcare le soglie della speranza” (titolo di un suo libro che ricorda l’enciclica di Benedetto XVI “Spe salvi”) in nome di quel “non abbiate paura” cha ha rianimato il cuore di tanti suscitando coraggio e certezze. La misericordia è dunque l’impronta dell’abbraccio del Papa all’umanità, che continua nella dolce e pacata immagine di Benedetto, teologo dal volto gentile che sa dire le cose più impegnative e decisive con la semplicità disarmante di un nonno che torna bambino.

Ma di Giovanni Paolo II ricorderemo soprattutto il volto sofferente, trasfigurato dalla certezza che la Croce è il simbolo dell’amore, ma non è l’ultima parola; quel volto abbracciato al Crocefisso il Venerdì santo, mentre il Card. Ratzinger presiedeva la solenne Via Crucis al Colosseo, rimarrà per sempre segno del magistero del dolore di uno che si è consegnato alla misericordia, a quel cuore di Gesù che ha pietà dei miseri e li prende con sé per condurli verso una meta buona.

E la gente si è accorta che Giovanni Paolo II non era solo un uomo intelligente e il fine interprete del cambiamento storico più radicale del XX secolo (il crollo delle ideologie); ha capito soprattutto che Karol il Grande era uno di cui desiderare l’immediata canonizzazione (“santo subito”), chiedendola al suo migliore amico e successore, cui ha passato il testimone della “buona battaglia della fede”.