Gp Cottini

Questo sito intende presentare la personalità e le opere del filosofo Giampaolo Cottini, a partire da una selezione ragionata di articoli curati per il quotidiano “La Prealpina“.

Il Mistero razionale dell’umana natura

Fuori del Coro | n. 37-2007

Esiste la natura umana? La domanda sembra appartenere ad astratte ed inattuali disquisizioni filosofiche, ma in realtà dalla risposta che si dà a questo interrogativo dipende la soluzione di tante situazioni che riguardano l’uomo.

La questione, in sostanza, si riduce a chiarire se esista qualcosa di universale che riguarda la persona umana in quanto tale, oppure se ciò che l’uomo è dipenda solo dalle scelte della cultura di una determinata epoca. In altri termini, esistono dei fattori umani (esigenze, desideri, bisogni) che ritroviamo in ogni tempo e sotto ogni latitudine, che definiscono quella che Aristotele chiamava Essenza dell’uomo (che è il vero termine per definirne la natura universale)? La risposta presuppone che il Mistero della persona in qualche modo si riveli e sia disponibile alla ricerca razionale nei suoi elementi costitutivi, nel senso che la Ragione sia in grado di riconoscerne l’unicità nel suo essere costituito dalla ricerca di Verità, di Bene, di Bellezza e di Giustizia che abita ogni singola anima individuale. Don Luigi Giussani chiamava “senso religioso” questo intreccio di esigenze originarie, partendo dalle quali ognuno paragona l’esperienza quotidiana in un continuo giudizio di valore. Ogni uomo cerca l’Assoluto, è mosso dal desiderio di Infinito che travalica i singoli bisogni materiali, è orientato ad un Bene che non sia risposta ad interessi parziali ma ricomprenda la totalità dei beni desiderabili, vuole una giustizia che consenta il reciproco rispetto della dignità dell’io in quanto tale, ha sete di una felicità piena che travalichi il limite fisico, ha il presentimento di un’eguaglianza di queste esigenze in ogni uomo e perciò si rivolge all’altro con un senso di premurosa cura. Sono tutti fattori che testimoniano una comunanza di destino, a riprova esistenziale che una natura comune esiste, non tanto come astratta nozione concettuale, ma come riconoscimento dell’origine nel Mistero dell’Essere come fonte dell’esistere, che per i Cristiani assume il volto dell’essere creati da Dio.

È nell’appartenenza riconosciuta al comune Mistero della vita che si radica perciò l’esistenza dell’universale Natura umana, che è identificabile da tutti attraverso la Ragione che è in grado di riconoscere anche una Legge naturale come criterio per discernere ciò che è degno dell’uomo e ciò che è contrario alla sua essenza. E sul tema della Legge naturale il dibattito è apertissimo, soprattutto nella cultura relativistica che pone nel soggettivismo esasperato l’unico criterio di giudizio, o che al massimo invoca la maggioranza democratica per decidere cosa è giusto e cosa no.

Ma qui si mostra evidente il nodo su cui si gioca la più importante sfida culturale e di civiltà del nostro tempo: o si accetta l’evidenza razionale univoca su cosa sia ultimamente l’uomo, oppure si rimane in balia del potere di turno (fosse anche quello espresso dagli interessi contingenti legittimati da una maggioranza democratica). La risposta al dilemma può venire solo da quello che la Filosofia definisce “retto uso della ragione”, ossia apertura della razionalità alla profondità stessa dell’Essere delle cose, rinunciando alla sola dimensione empirica della “misurazione” dei fenomeni. Dunque è la Ragione il vero luogo in cui si rende trasparente la Natura umana, ed è la ragione l’univa strada per riaprire un dialogo tra culture diverse e posizioni contrastanti. Basti un esempio per tutti: non passa giorno che non si registrino nuove possibilità di intervento sull’uomo a partire dalla struttura ultima della sua vita biologica, ma qual è il criterio per giudicare la liceità di tali interventi? La risposta può essere solo: è bene ciò che rispetta (non manipolando o deturpando) quella natura di cui abbiamo parlato.